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Il modello di Liquidità Distribuita è compatibile con i Trattati Europei?

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Il presente articolo è parte delle risposte di Alessandro Nosei, autore del libro Liquidità Distribuita, alla recensione del prof. Roberto Tamborini, del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento:

Roberto Tamborini:
Questa è ovviamente la domanda prioritaria, e a mio parere la risposta è no. Dirò il perché, ma non essendo io un giurista, l’invito è che la proposta di LD sia preceduta da un’approfondita analisi giuridica.

In linea di principio il modello di LD sembrerebbe prima facie applicabile in un paese con piena sovranità monetaria e fiscale. Ma ovviamente i paesi membri della UME non hanno sovranità monetaria e hanno sovranità fiscale limitata. Quindi il primo problema è: può la BCE riformulare la politica di QE secondo il modello LD? Sarebbe il caso di tener presente le notevoli difficoltà, anche giuridiche, tra cui un ricorso presso la Corte suprema tedesca, che la BCE ha incontrato per poter varare, buon ultima nel mondo, l’attuale programma di QE. Le ben note obiezioni giuridiche sulla base dei Trattati sono state due: 1) La BCE non può finanziare singoli governi dei paesi membri né direttamente né indirettamente. 2) La BCE non ha legittimità per attuare politiche che comportino, direttamente o indirettamente, scelte fiscali, le quali spettano solo ai legittimi governi nazionali. La Corta Europea di Giustizia ha “assolto” il programma di QE della BCE dichiarando che non vìola i Trattati, ovvero non integra le violazioni 1 e 2. Successivamente anche la Corte suprema tedesca ha respinto (a maggioranza) l’interpellanza presentata da un gruppo di qualificati ricorrenti.

Ora, una discussione approfondita delle differenze tra il modello LD e il QE della BCE sarebbe necessaria nel libro, e sarebbe altresì utile richiamare le ragioni per cui il QE è stato giudicato ammissibile. Ne risulterebbe, a mio parere, che il modello LD avrebbe pochissime chance di superare il vaglio delle violazioni 1 e 2. LD vìola il punto 1 perché monetizza un mancato gettito fiscale del governo “in difficoltà”, e palesemente vìola per definizione il punto 2.

 

Alessandro Nosei:
Concordo che questi aspetti di carattere formale siano antecedenti alla valutazione del merito della LD. Non sono neppure io un giurista, e pertanto non posso entrare in temi formali di compatibilità con l’attuale sistema con competenza. Anche qui auspico un approfondimento in futuro.

Brevemente le posso lasciare una mia considerazione su questi punti:

  1. la BCE non finanzierebbe i singoli governi né direttamente, né indirettamente, in quanto l’azione bypassa completamente il governo e va ad erogare lo stimolo monetario a “qualsiasi cittadino” o “qualsiasi impresa” che compia l’azione microeconomica auspicata. Non si tratterebbe comunque di “finanziamento” ma di una erogazione di moneta a fondo perduto essendo stampa di cartamoneta.
  2. la BCE conseguentemente non interverrebbe nelle scelte fiscali, che rimarrebbero di pertinenza dei governi, in quanto il premio verrebbe erogato ex post e non in sostituzione al mancato gettito fiscale. In altre parole, piena libertà di azione dei governi sulle politiche fiscali ed economiche, con il sistema che si adatta ai risultati prodotti da queste.

In conclusiriscrivere-i-trattati-europeione, sulla compatibilità con i Trattati europei, vorrei precisare un’opinione diffusa tra i sostenitori della LD: i trattati si riscrivono. Se la UE, così com’è, non funziona, non c’è alcuna ragione per aspettare che fallisca prima di porvi rimedio. La LD può essere un vero patto di solidarietà fra gli stati membri, e quindi, se necessario, richiede un momento ri-fondativo dell’Unione Europea.

In secondo luogo, anche dal lato dei governi la UME impone limiti alla sovranità fiscale. I più stringenti riguardano due princìpi cardine dei Trattati: la tutela della concorrenza e la proibizione degli aiuti di Stato. A prima vista il meccanismo di abbattimento dell’IVA sui beni importati (che sono beni esportati dal paese “in difficoltà”) li vìola entrambi. Come ho detto prima, non si tratta altro che di un dazio negativo, e i dazi nella UME non possono esistere, né positivi né negativi. Il fatto che l’operazione sia svolta dalla BCE, anziché dal governo, è una foglia di fico invisibile all’occhio attento dei guardiani dei Trattati. C’è anche un precedente, proprio di un paese “in difficoltà”, la Grecia. In uno dei vari piani di aggiustamento del governo negoziati coi creditori (la “Troika”) c’era l’abbattimento dell’IVA sui servizi turistici delle isole (un bene greco sicuramente molto apprezzato dai consumatori tedeschi), che venne bocciato. Per altro risulta difficile credere che Italia e Spagna avrebbero gradito la “concorrenza sleale” delle spiagge greche. Si consideri infatti che, seppur faticosamente, la tendenza degli organi europei è verso l’armonizzazione fiscale, IVA in primis.

In linea teorica, sarebbe forse ammissibile la detassazione degli utili delle imprese non residenti (come ho detto l’ha fatto l’Irlanda), ma certamente non può essere fatto solo per imprese residenti in specifici paesi UME, quelli “benestanti”. E anche in questo campo, sebbene la lobby della detassazione degli utili sia molto forte, la UE si sta muovendo, con forte supporto di opinione pubblica, verso il superamento della race to the bottom ovvero dei c.d. “paradisi fiscali”.

Da questo punto di vista, non siamo di fronte ad una detassazione degli utili orizzontale per gli investimenti dei paesi esteri, ma un meccanismo di premialità proporzionale alle necessità, temporaneo, compensativo e pertanto slegato dalle politiche nazionali.

Quali sono i vantaggi dell’applicazione della Liquidità Distribuita rispetto agli strumenti attuali di politica monetaria per il rilancio dell’economia?

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Il presente articolo è parte delle risposte di Alessandro Nosei, autore del libro Liquidità Distribuita, alla recensione del prof. Roberto Tamborini, del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento:

Roberto Tamborini:

I principali vantaggi illustrati dall’autore sono:

  • Si favoriscono e incentivano consumi verso i paesi più in crisi dell’area valutaria. Di fatto uno sconto notevole considerando la detassazione dell’IVA.
  • Si favoriscono investimenti diretti data la totale assenza di tassazione sugli utili generati dagli stessi.
  • Riequilibrio di lungo periodo delle posizioni di disequilibrio commerciale.
  • Competizione tra i modelli manageriali. Secondo questo approccio evoluzionistico i sistemi più efficienti “colonizzeranno” quelli che lo sono meno.
  • Secondo l’autore si eviterebbe di finanziare inefficienze pubbliche perché gli aiuti andrebbero direttamente ai settori produttivi.
  • Dovrebbe esserci una ciclicità. Un paese in difficoltà verrà dapprima aiutato con queste leve di politica economica, poi, man mano che si registrerà una stabilizzazione economica del paese in crisi gli aiuti verrebbero diminuiti. Nel caso poi in cui il paese in difficoltà si riprenda a tal punto da diventare virtuoso tale paese smetterebbe di essere aiutato.

Non ho particolari obiezioni con questa lista di vantaggi, se non che per ciascuno si potrebbe trovare un risvolto negativo. Gli economisti sono abituati a pensare che non ci sono mai soluzioni con soli benefici, e se non vedono i costi s’insopettiscono. Per esempio, ragioni di rifiuto del sistema potrebbero sorgere nei governi e nelle opinioni pubbliche sia dei paesi “benestanti” (es. lavoratori dei settori che subiscono la concorrenza dei beni importati, delocalizzazioni della produzione) che di quelli “in difficoltà” (colonizzazione del sistema economico, dipendenza dal capitale estero). Gli ampi flussi di fattori produttivi che si metterebbero in moto, e che l’autore nobilmente auspica, potrebbero essere rigettati dai cittadini: basti pensare al peso dei flussi di migrazione intra-UE nell’esito della Brexit. 

Aggiungerei anche che gran parte della scarsa competitività di un sistema produttivo è frutto di carenze istituzionali: giustizia lenta, corruzione, clima e territorio, formazione del capitale umano, distretti industriali… L’autore immagina di internalizzare tutta la discussione quantificando un valore monetario per finanziarie la cancellazione della tassazione sugli investimenti diretti, e che la “colonizzazione” dei sistemi retrogradi da parte di quelli più avanzati risolva tutti i problemi. Esiste un’ampia letteratura sui pro e contro degli investimenti diretti per lo sviluppo economico che andrebbe considerata. Una discussione più articolata e obiettiva di queste sfaccettature sarebbe auspicabile. Ma non è il caso di dettagliare qui questi aspetti, passando invece a una serie di limiti e problemi logicamente antecedenti.

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Alessandro Nosei:

Il mio stesso auspicio è di poter approfondire i singoli aspetti ed i vantaggi prodotti, e poterli trattare puntualmente in maniera analitica pesando i costi benefici. Questo è il grande lavoro da fare, il cui risultato sarebbe la conferma o meno della validità della LD.

Tuttavia sull’aspetto più “politico” della LD sento di aver avuto sufficienti feedback positivi tali da indurmi a considerarla la migliore proposta oggi possibile per rinnovare la UME. Si tratta di una idea proponibile e sostenibile con egual forza sia dai paesi “virtuosi” sia da quelli in difficoltà, una proposta che metterebbe d’accordo tutti, imprese e privati, politici e tecnici, contribuenti e beneficiari degli aiuti.


 

La Liquidità Distribuita è una forma di Helicopter Money di Friedman, ovvero distribuzione di soldi “a pioggia” sui cittadini?

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Il presente articolo è parte delle risposte di Alessandro Nosei, autore del libro Liquidità Distribuita, alla recensione del prof. Roberto Tamborini, del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento:

Roberto Tamborini:
[…] Infine va precisato che la LD è una forma di politica monetaria, nota in letteratura come “helicopter money” (termine che deriva da una metafora utilizzata da Milton Friedman negli anni ’60), la quale comporta una forte estensione dei poteri e del modus operandi della banca centrale, mai attuata in pratica. Infatti la LD prevede un trasferimento diretto di moneta dalla banca centrale al pubblico, mentre di norma e regola le banche centrali non hanno rapporti diretti col pubblico.

Alessandro Nosei:
helicopter moneyLa ringrazio di aver citato il tema dell’helicopter money, al quale già altre volte è stata assimilata la LD.
La fondamentale innovazione della LD, che colma l’inapplicabilità dello strumento ipotizzato da Friedman, non è l’idea di distribuire a pioggia la moneta, ma di fornire i principi e lo strumento per individuare a chi va, e in che misura, tale moneta.

Infatti (come trattato a pag. 19 “Cittadini”), la disponibilità di moneta per il cittadino offerta dall’helicopter money sarebbe equivalente ad una minore tassazione e un conseguente maggior reddito disponibile, quindi niente di nuovo rispetto alle logiche attuali. Che non funzionano per precise ragioni.

La nuova disponibilità di moneta, essendo al pari della riduzione delle imposte, sarebbe quindi:

  • In buona parte destinata al risparmio, date le condizioni di incertezza, e quindi con moderato effetto sui consumi.
  • Non selettiva, ovvero si potrebbe spendere in beni e mercati che non hanno bisogno di aiuto.
  • Distorsiva, in quanto si aumenterebbe la massa monetaria senza una proporzionale espansione economica e quindi a rischio effetto inflattivo.
  • Eventualmente soggetta ad esportazione di capitale o deposito finanziario improduttivo.

Va da sé che la LD avrebbe un effetto di magnitudo molto più alta rispetto ad una semplicistica operazione di “helicopter money”, senza i rischi e le distorsioni connesse.

Forse non è superfluo dire che la LD è una soluzione che non sarebbe potuta essere neppure ipotizzata ai tempi di Friedman, in quanto per la sua implementazione è necessaria l’infrastruttura di micropagamenti digitali ormai capillare nel tessuto economico europeo (carte di debito/credito), realizzatasi negli ultimi 10 anni.

La Liquidita Distribuita può essere paragonata ad una forma classica di detassazione o dazio negativo intra UE?

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Il presente articolo è parte delle risposte di Alessandro Nosei, autore del libro Liquidità Distribuita, alla recensione del prof. Roberto Tamborini, del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento:

Roberto Tamborini:
L’abbattimento dell’IVA su beni venduti a non residenti equivale a un dazio negativo e, in teoria, è uno strumento a disposizione di un governo sovrano; la detassazione degli utili d’imprese non residenti è una pratica molto diffusa (l’esempio principale in UE è l’Irlanda).  L’autore spiega perché egli ritiene migliore l’erogazione diretta da parte della banca centrale, ma la spiegazione a me non risulta del tutto convincente.

Alessandro Nosei:
A tal riguardo è importante mettere a fuoco due particolarità fondamentali:

  • Non si parla di beni venduti da un paese, ma di beni acquistati sul territorio del paese.
  • Non è una detassazione classica degli utili, ma un premio “di produttività/di consumo” riconosciuto.

Credo quindi di poter escludere l’inquadramento della LD all’interno delle pratiche dei dazi negativi, che sarebbero tali se si applicassero su tutti i prodotti di un pese in difficoltà.

valute-europeeFaccio un esempio: un barattolo di olive greche, se comprato da un tedesco durante un soggiorno in Grecia avrebbe diritto al premio. Lo sesso barattolo importato e comprato in Germania non avrebbe tale diritto. Un pallone da calcio di importazione cinese, verrebbe comprato da un tedesco in Grecia con il premio, lo stesso tedesco comprerebbe il pallone a prezzo pieno in Germania. Questo perché la misura non vuole stimolare la produzione del paese in difficoltà, altrimenti si ricadrebbe nelle tradizionali politiche di stimolo del sistema produttivo con incentivi fiscali.
Lo scopo è agganciare lo stimolo monetario al “momento” microeconomico dell’acquisto al fine di dirottare parte dei consumi fisicamente sul territorio che ne ha necessità. Il risultato, rispetto alle normali politiche di detassazione è enorme, e per questo trattato nel capitolo “Effetti dell’applicazione del modello”.

Un’ultima considerazione: è importante sganciare concettualmente l’erogazione della moneta dal concetto di detassazione, ed agganciarlo al concetto di “premio” per un’azione microeconomica. Per estremizzare il concetto, si potrebbe pensare non ad quorum legato a IVA o IRES, ma ad un semplice 20% (ad esempio) di premio fisso a chi effettua l’azione microeconomica desiderata.

La Liquidità Distribuita è una forma di signoraggio bancario in stile keynesiano?

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Roberto Tamborini:
Con il termine LD si indicano due operazioni congiunte di politica monetaria-fiscale
compiute dalla BCE. Uno di monetizzazione dell’IVA per i consumatori, l’altro di
monetizzazione della detassazione degli utili su investimenti diretti. Per monetizzazione
si intende il seguente processo:
a) Per ogni acquisto di un consumatore residente in un paese “benestante” di un bene
prodotto in un paese in “difficoltà”, la BCE rifonde il valore dell’IVA al consumatore
stampando moneta.

Alessandro Nosei:
Mi permetta qui una precisazione, fondamentale per inquadrare il modello: il rimborso dell’IVA, non sarebbe su un bene “prodotto” in un paese in difficoltà, ma su un bene “acquistato” sul territorio di un paese in difficoltà.
Questa sottile differenza cambia completamente la prospettiva del modello ed il suo output: nei commenti successivi entrerò nel merito.

Roberto Tamborini:
b) Per ogni impresa di un paese “benestante” che compie investimenti diretti in un paese
in “difficoltà” gli utili saranno completamente detassati e le rispettive tasse versate
dalla BCE al paese in “difficoltà” stampando moneta.
In primo luogo deve essere chiarito meglio che si tratta di una politica congiunta
monetaria-fiscale, per la precisione si tratta di una forma (estrema) di monetizzazione
fiscale, vale a dire la copertura di mancati introiti fiscali del paese “in difficoltà”
mediante creazione di moneta. Andrebbe altresì chiarito meglio che, in linea di principio
(e più comunemente), le stesse identiche operazioni di detassazione potrebbero essere
realizzate direttamente dal governo, con la banca centrale che copre il conseguente disavanzo
fiscale con emissione di moneta (evitando cioè che il governo lo copra emettendo titoli
di debito sul mercato).

Alessandro Nosei:
È sicuramente difficile inquadrare la LD all’interno dei tradizionali set di strumenti di politica monetaria e credo che per similitudine abbia associato la LD alla pratica del signoraggio bancario, ovvero la stampa di moneta per la copertura del disavanzo corrente.
Con il tradizionale signoraggio bancario però, la LD condivide solo la modalità di creazione di nuova massa monetaria, ovvero la stampa di cartamoneta. In tutto il resto differisce profondamente, in particolare:

  • Viene erogata da un ente sovranazionale, che bypassa completamente l’intervento del governo, opera su basi oggettive, si rivolge ad attori estranei allo stato questione, si sgancia dal concetto di “copertura del fabbisogno” e di aggancia al concetto di stimolo del “momento microeconomico”.
  • Il paese in difficoltà non ha un mancato gettito “diretto” da abbattimento IVA o di detassazione utili. La sua struttura fiscale rimane invariata, niente deve essere fatto o cambiato, pertanto non si hanno modifiche nel proprio ordinamento fiscale, in quanto la moneta creata viene erogata direttamente al consumatore/impresa finale sotto forma di premio di acquisto o premio di risultato.

stampare-500euroLa LD da questo punto di vista riprende il tema del signoraggio bancario, rendendolo da pericolosissimo strumento in mano alla discrezionalità dei singoli governi (e per questo giustamente inibito), a nuovo strumento attivo di politica economico-monetaria centrale, governato da principi che escludono ogni sua possibile degenerazione, e con un ruolo completamene nuovo nell’architettura monetaria europea.
Tale applicazione è originale, quanto originale è l’esperimento europeo, mai provato prima nella storia dell’uomo. La nuova realtà UE ha creato dinamiche nuove nella storia economica. L’unione europea è giovane, e tale è la sua architettura monetaria, che si è trovata a fronteggiare situazioni senza precedenti nella storia economica e monetaria con strumenti tradizionali.
Da questo punto di vista la LD offre una soluzione nuova, e riconosco non ortodossa, ma allo stesso tempo commisurata alla novità di gestire un sistema monetario unico in un sistema economico asimmetrico ed eterogeneo mai tentato prima.

Liquidità Distribuita è un libro adatto a qualsiasi pubblico, o è solo per tecnici ed economisti?

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Il presente articolo è parte delle risposte di Alessandro Nosei, autore del libro Liquidità Distribuita, alla recensione del prof. Roberto Tamborini, del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento:

Roberto Tamborini:
Il libro presenta due livelli di lettura, e due possibili audience. Il primo livello è quello
di una trattazione dei problemi e limiti dell’attuale assetto della politica monetaria
nell’Unione Monetaria Europea (UME), che introduce ad una proposta alternativa, la
“liquidità distribuita” (LD). Il secondo è la trattazione tecnica del modello della LD. Il
primo livello è utile ed efficace per un pubblico informato e attento, ma non esperto. Il
secondo, invece, richiede competenze specifiche in materia di politica monetaria,
politica fiscale e norme che regolano la UME. Segnalo quindi che il primo tipo di
lettore può trovarsi in difficoltà addentrandosi nella parte tecnica, mentre il secondo
tipo di lettore può rimanere insoddisfatto quanto a profondità e dettaglio su entrambi i
livelli. A mio parere sarebbe quindi consigliabile una scelta più mirata e precisa del
target del libro e del conseguente livello espositivo più efficace.

Non avendo ben chiaro quale sia il target dell’autore, e dell’editore, il mio commento ne
prende a riferimento uno intermedio. Quindi, detto che condivido, per grandi linee, le
premesse dell’autore sui limiti della politica monetaria attuale, sia quella
convenzionale (controllo dei tassi d’interesse) che il c.d. Quantitative Easing (QE), farò
riferimento ai punti qualificanti della proposta di LD, ma non entrerò in diversi
dettagli tecnici sui quali avrei perplessità, ma che sono meno rilevanti (e forse
potrebbero essere omessi) nella prospettiva del lettore “intermedio”. Per esempio,
possono essere omessi i formalismi matematici nell’esposizione del modello operativo
della LD.

Alessandro Nosei:
Gentile professore, la prima edizione della LD è sicuramente una pubblicazione ibrida.
La prima parte è infatti introduttiva, ed è sufficiente una preparazione di base dei temi economici per poterla seguire e comprendere. La seconda parte, dove viene trattata la LD in maniera analitica, è invece forse complessa per questo tipo di utente, e allo stesso modo estremamente insufficiente per una tradizionale trattazione accademica del tema.

Il motivo di fondo di questa imperfezione è semplice.
Come ricercatore indipendente, non possiedo la forza (tempo, strumenti, risorse) per una trattazione completa ed esaustiva del tema in forma accademica.
Allo stesso tempo, certo dell’efficacia di uno strumento innovativo come la LD, era necessario da una parte introdurre il tema e renderlo appetibile per un pubblico colto ma non specializzato; dall’altro, sia per dare concretezza alla proposta che per proteggere la proprietà intellettuale, era necessario definire la LD in un quadro matematico oggettivo.

La risultante è un lavoro “ibrido”, sicuramente non fatto a scopi commerciali, che come ha ben individuato avrebbe bisogno di uno sviluppo importante per essere esaustivo.

Lo scopo della mia pubblicazione è quindi essenzialmente divulgativo, per questa ragione ho cercato di unire una trattazione semplice e semplificata nelle premesse ad una leggermente più tecnica nella formulazione matematica dei meccanismi di quantificazione e distribuzione dello stimolo monetario.